LAGO DEL SALTO

DOVE SI TROVA?

Il lago del Salto (anche detto lago di Borgo San Pietro) è il più grande lago artificiale del Lazio, situato in provincia di Rieti creato nel 1940 dallo sbarramento del fiume salto e la diga del Salto e la conseguente sommersione dell’omonima profonda Valle del Cicolano. Le sue acque sono condivise con quelle del vicino bacino idroelettrico del lago del Turano mediante un canale artificiale lungo circa 9 km sotto la giogaia del Monte Navegna che insieme alimentano la centrale idroelettrica di Cotilia, costruita nel 1942 a servizio delle acciaierie di Terni. Per la sua realizzazione sono stati cancellati e ricostruiti sulle sponde i centri abitati di Borgo San Pietro, Teglieto e Fiumata, frazioni di Petrella Salto, e Sant’Ippolito, frazione di Fiamignano. Di questi si ricorda il primo come marginale esempio di architettura razionalistica italiana in una provincia durante il Fascismo segnata prevalentemente da interventi rurali e forestali. Una grossa lapide incisa nella roccia presso la diga del Salto situata nel bordo nord-occidentale del lago, ricorda le vittime per la costruzione del possente sbarramento cementizio alto oltre 90 m, all’epoca della sua costruzione la diga più alta d’Italia.

LA DIGA

La diga del Salto venne costruita dalla Società Terni nel contesto di un’imponente serie di opere idrauliche, finalizzate a risolvere definitivamente la millenaria questione della bonifica della Piana Reatina.

Il piano fu progettato nel 1916 da Guido Rimini, ingegnere capo della provincia di Perugia (di cui all’epoca Rieti faceva parte), e prevedeva la risoluzione del problema non con un maggiore deflusso delle acque, unico approccio esplorato fino ad allora e sin dalla creazione della Cascata delle Marmore, ma attraverso un minore afflusso, contenendo le acque a monte e regolando il flusso dei due principali affluenti del Velino, il Salto e il Turano, con la costruzione di due dighe. Il progetto fu subito accolto favorevolmente, soprattutto per il suo enorme potenziale idroelettrico.

Contemporaneamente si provvedette alla captazione delle acque di un altro affluente del Velino, le sorgenti del Peschiera, tramite la realizzazione dell’acquedotto del Peschiera che oggi è il maggiore acquedotto di Roma e alimenta la centrale idroelettrica di Salisano.